La notte mi parla di te
Accarezzo le stelle
mentre la luna cerca il suo sole
sento echi nel cuore
come tamburi in rivolta
tra i gridi dell’anima
e i sussurri della notte.
Poi la tua ombra mi avvolge
come un oscuro presentimento
mentre i pensieri svaniscono
il nulla è il silenzio.
Siamo lontani con i corpi
persi nel destino della notte
dove trattando di curare i mali del cuore
laceriamo le ombre dell’anima.
Custodisco l’eterno anfratto
delle memorie passeggere
che mi travolgono in mondi inconsci,
dimenticati e obsoleti.
Le nostre anime composte di pezzi dell’altro
si sgretolano nel buio
formando quelle stelle che abbagliano
di speranza nel futuro
e io qui, tra le ombre della notte
accecato d’amore
ti penso e ti sento
e solamente chiudendo gli occhi
sei di nuovo qui,
per sempre racchiuso in questo silenzioso tormento.
-Alessandro Montalbano Gucciardo
4th of July 2018
Il faro
Tra i venti delle illusioni
e l’oscuro delle passioni,
osservo il faro eterno
delle libertà perdute.
Nel buio della notte,
i suoi bagliori interrotti
rievocano quegli spasmi del cuore
che vivono di un ritmo incessante
come il mare burrascoso
una tempesta silenziosa
che tra ira e sofferenza
presagisce il nostro destino.
Blu,
come il cuore profondo del mare
mosso da impulsi rivelatori
e nascosto dietro d’un invisibile velo.
Ed ora, quei raggi di luce del faro
penetrano nell’ombra del mare
lacerandone brevemente
l’esistenziale urlo di sofferenza
Profondo,
impercettibile
ora blu poi giallo
infinito ed irraggiungibile
derubato dei suoi segreti
liberato dai suoi oscuri sentieri
il mare respira le verità svelate
da quel lume lontano
che ne fa delle sue onde
infinite fronde dorate
-Alessandro Montalbano Gucciardo
10th of May 2018
La stagione dell’amore
La stagione dell’amore
Rivivo il sapore
Dei baci sciupati
in quegli autunni fragili
Dove come le foglie,
assaporavamo l’ultimo respiro
prima di cadere nelle braccia dell’altro.
Immobile, t’osservavo
non curante del tempo
che lentamente ci consumava.
Ma tu sorridevi
e l’inverno non sarebbe per me mai più esistito.
Sostenevi i miei lunghi sogni
tra le tue braccia morbide
Quando accarezzando i miei capelli,
pure il vento tremava d’invidia.
sospiravamo amore
tra quei bisbigli tiepidi
che ci riscaldavano il cuore.
Le stagioni dell’amore
non conoscono inverni
Poiché le anime degli innamorati
Vivono del proprio ardore
e mentre il tempo sussurrava
il suo trascorrere,
mentre l’eternità abbracciava l’infinito,
i nostri sguardi complici intuivano
che per sempre noi,
saremmo stati amore.
-Alessandro Montalbano Gucciardo
28th of April, 2018
Una Rosa Rossa L’Ibertà
Il filo spinato si inarca culminando con una rosa rossa sangue.
le sue spine sono artigli che come avvoltoi divorano la pelle
al di la del muro, il cielo, non si distingue
grigio, immenso, privo di stelle
la neve ricopre le macchie della crudeltà
così che svaniscano sotto di un velo color purezza
che evoca una rinascita che non ha età.
la primavera è alle porte e non vi è che amarezza.
la neve scioglie i sorrisi
il freddo ferma i respiri
dinnanzi ad una rosa rossa
non vi è anima che possa
non desiderarne la vivacità
ed assorbirne la libertà.
curioso mi fermo ad osservare
il suo manto immortale
ne sfioro i contorni vellutati
di quei petali ghiacciati
fragili come la speranza
di chi osa con noncuranza
ed un brivido mi sussurra tra le urla
che era inutile sedurla
la morte vinse ancora una volta
quella rosa rimase incolta
-Alessandro Montalbano Gucciardo
4th of April, 2018
Riscatto l’anima
Riscatto l’anima
sensazioni inaudite
percepite
da profumi ancestrali.
Rimbombano nell’abisso del mio cuore
nell’infinito dei pensieri
nel riecheggio di quel fischio silenzioso
di una vita sfuggente.
Custodito negli occhi lamentosi
di montagne di parole dimenticate
sconnesse,
il ricordo di memorie distanti.
Vicina, l’eclisse
spiraglio di luce
all’inaugurazione dell’oscurità
che sboccia, che appassisce
che lascia con il fiato sospeso
chi assiste.
Sull’altare eterno
di quell’attimo dimenticato,
nel tempo sconnesso
di quel presente ormai passato
tra pulsioni e grida
ritroviamo la libertà.
Il riscatto dell’anima.
-Alessandro Montalbano Gucciardo
November 2017
Il progresso nell epoca moderna
Siamo perduti,
tatto, vista, udito
siamo disorientati
potrà forse mai la macchina darci sollievo?
liberaci dalle catene con cui ci hai legato!
ai, adorato progresso le aspettative erano altre
L’innovazione non doveva essere privazione, il progresso non doveva essere regressione.
L’uomo sta diventando simile alla macchina e la macchina all’uomo.
Oh macchina sarai forse tu ad insegnarci i valori perduti?
stiamo disimparando quello che non siamo in grado di insegnare.
Se una macchina non lo può fare non ne vale forse la pena? Da chi imparare se non da noi stessi?
La macchina è come uno specchio che ci riflette in ogni salotto, stanza, scrivania del mondo
quando ci stuferemo di vivere delle false rappresentazioni di come viviamo?
E siamo presenti nei salotti, sulle scrivanie nelle case di quegli immobili, oscuri invisibili spettri
che conoscono non conoscendo che vengono a sapere non sapendo
non vedranno la realtà ma un miraggio irresistibile
e ne faranno tesoro
e questi saranno i più poveri.
-Alessandro Montalbano Gucciardo
Il viaggio finale. La fine è un nuovo inizio.
Si diventa sempre un po’ nostalgici quando ci si ritrova a pensare che un giorno si partirà. Quel tanto atteso viaggio dall’indefinita meta che abbiamo iniziato fin dalla nascita aspetta il nostro raggiungimento. Soli lo abbiamo iniziato e soli lo concluderemo. Tanti i viaggiatori che come noi vagheggiano e si chiedono, ci chiedono, ci spiegano. Nessuno sa e nessuno vuole infondo davvero sapere la destinazione. Ma se andiamo verso qualcosa, qualcosa ci deve pur essere. Vorremmo andarcene lasciando qualcosa. Siamo sempre alla ricerca di memorie. Vorremmo poter lasciare qualcosa che ci ricordi proprio perchè ogni viaggio è interessante per quello che lasciamo e quello che ci si porta con sé. E poi si ha paura ma la paura è la caratteristica del viaggiatore, il nuovo è sempre un incognita sopravvalutata. Se si potesse lasciare un segno, graffieremmo la terra, stracceremmo il cielo, uniremmo le stelle, vorremmo gridare c’ero anche io. Ma il grido non è caratteristica del viaggiatore, lui i gridi li ascolta e li ammira e li porterà per sempre con se. Questi sono probabilmente tutto ciò che porterà con se. E’ difficile lasciare il segno se non nell’altro, è un graffio che verrà tramandato. Finiamo l’inizio del percorso con un pianto e iniziamo la fine del viaggio con un sorriso.
-Alessandro Montalbano Gucciardo
An Essay I wrote about Pier Paolo Pasolini
About Knowledge.
About Knowledge.
‘I know, that I know nothing’ (Socrates).
Everything we know it has been thought to us, the name of the things we see, the words we use, the language in itself is something that has been thought to us. Knowledge is experienced through memory. I know who I am because I know who I was yesterday, and the day before yesterday and the day before and so forth until the day we were born. Without my memory, I could only be a new me. A new me looking for knowledge and without previous knowledge. Everything would be new to me. If that would be possible this would mean that I would be able to discover my own knowledge. Nothing that someone had theorised and thought to others, myself included. However, what I would discover would be “belief” more than knowledge. But beliefs can be either true or false. “Knowledge is true belief”, Plato said.
But does one really have to believe something in order to know it? and do we believe everything we know?
-Alessandro Montalbano Gucciardo